Il microcredito e le donne indipendenti.

Fornire credito alla clientela di sesso femminile è da sempre stata una delle caratteristiche principali del settore della microfinanza. Le donne, generalmente, fanno parte dei segmenti più poveri della popolazione, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Garantire ad esse un adeguato sostegno finanziario significa migliorare notevolmente il benessere della collettività, in quanto esse destinano mediamente una quota maggiore del loro reddito nello sviluppo del proprio nucleo familiare, a differenza di quanto farebbe un uomo. Inoltre, le donne, fanno registrare in media un tasso di rimborso dei prestiti molto più alto, incentivando le istituzioni di microfinanza ad investire maggiormente su di loro. Il mercato asiatico presenta il più alto tassi di clientela femminile al mondo registrando un dato pari al 92% in Asia meridionale e al 64% in Asia orientale e Pacifico. Il microcredito nei Paesi in via di sviluppo si conferma come strumento vincente capace di sprigionare il talento delle donne nella loro emancipazione sociale ed economica.

La microfinanza, in molti Paesi del sud del mondo e non solo, rappresenta uno degli strumenti più incisivi per il miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone cui la mancanza di garanzie reali da offrire alle banche – e spesso le grandi distanze che separano i villaggi dalle città – rendono impossibile l’accesso ai servizi di credito e risparmio di cui avrebbero bisogno per crescere. L ’ammontare dei crediti è spesso minimo, da poche decine a qualche centinaio di euro: importi di piccole entità che però rappresentano per molti poveri l’unica possibilità per poter intraprendere un cammino di riscatto sociale ed economico che possa, attraverso la dignità del loro lavoro, migliorare le proprie condizioni di vita. 

Il microcredito è prima di tutto uno strumento dedicato ai più poveri per potersi affrancare dalla loro condizione di indigenza e di dipendenza. Attraverso l’agevolazione finanziaria che si da a chi ha scarso capitale s’imprime una forza importante che contrasta la moderna tendenza alla concentrazione della produzione nelle mani di poche grosse imprese. Secondo i dati dell’UNDP (United Nations Development Program), il 20% più ricco della popolazione mondiale ottiene il 95% del credito complessivamente erogato nel mondo. Nel Sud del mondo, dove le banche sono poche ed esclusive e prevale la finanza informale e l’usura, il 90% della popolazione non ha accesso ai servizi finanziari. Secondo l’UNCTAD, l’agenzia Onu su commercio e sviluppo ed il network Women ’s World Banking sono 500 milioni le microimprese nei paesi dell’Est e del Sud del mondo dei quali solo il 2% di esse ha accesso al credito.

Fin dai primi approcci la donna veniva considerata come una controparte privilegiata poiché essa era in grado di gestire gli affidamenti in maniera oculata, investendo gran parte delle somme ottenute all’interno del nucleo familiare e contribuendo al miglioramento del livello di istruzione dei figli. Considerare la donna come interlocutore principale nell’erogazione dei finanziamenti, soprattutto osservando il contesto di riferimento in cui ha iniziato ad operare il primo istituto bancario operante nel microcredito fondato dal Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, la Grameen Bank, provoca delle importanti ripercussioni per quanto riguarda la ridefinizione dei poteri e la distribuzione delle risorse all’interno della famiglia e nella società. Proprio per questo motivo, una percentuale oscillante tra il 70% e l’80% dei membri delle istituzioni di microfinanza è rappresentata da donne, sia perché sono principalmente esse a richiedere tali servizi, sia per il maggiore beneficio che esse riescono a trarre dall’utilizzo di questi strumenti.

Il Microcredito in Italia da a tutte le donne la possibilità di creare una propria impresa, senza dover fornire garanzie reali alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia, sia un genitore o il proprio marito/compagno. Il microcredito può risolvere il problema dell’accesso al credito che da sempre penalizza le donne più degli uomini nel nostro paese: tassi d’interesse maggiori, importi accordati inferiori e soprattutto maggiore richiesta di garanzie.

CreditoMicro.it è parte integrante in questa nobile causa perché indirizza la futura imprenditrice verso le soluzioni disponibili in maniera chiara ed accessibile.

Sunita Kashyap è la segretaria e fondatrice della Mahila Umang Producers Company.

In America Latina, Africa, Asia ed i paesi considerati in via di sviluppo, il microcredito risulta lo strumento vincente per il cosiddetto “riscatto sociale” ed il raggiungimento dell’indipendenza economica della donna. 

Sunita Kashyap è la segretaria e fondatrice della Mahila Umang Producers Company, un’organizzazione gestita da donne rurali nei distretti di Almora e Ranikhet, nello stato indiano di Uttarakhand. Angela Gomes, Premio Ramon Magsayay (che in Asia equivale al nostro Nobel), è la direttrice di Banchte Shekha, la più importante organizzazione femminile del Bangladesh che raggiunge più di 25.000 donne. Diakate è una delle prime donne entrata a far parte della Cassa Rurale di Credito e Risparmio di Khombole, non lontana dalla capitale del Senegal, Dakar. Celina Cossa, Presidente dell’Unione Generale delle Cooperative (Ugc) di Maputo in Mozambico, contribuisce dal 1982 alla sopravvivenza e al riscatto di migliaia di persone, come lei donne. 

Diakate, Angela e Celina sono esempi di success stories che dimostrano la reale possibilità di intraprendere, grazie all’accesso al credito e al risparmio, la strada che porta all’indipendenza economica e lontano dalla povertà.

Storie di indipendenza e rinascita, dove il microcredito e la microfinanza creano lavoro, sostenibilità e futuro.

 

CONCLUSIONI:

Il microcredito alle donne è stato definito una vera e propria rivoluzione sociale, perché oltre a dare un ruolo importante alle donne all’interno di società, ha creato anche una rete di solidarietà tra donne che è servita anche a denunciare violenze e soprusi da parte degli uomini, che prima non esisteva. Anche in altri paesi del Sud del mondo il microcredito è spesso rivolto alle donne e vi sono organizzazioni specificatamente dedicate. Trattasi di un microcredito spesso legato al circuito del Commercio Equo e Solidale. Il microcredito ha per molti aspetti cambiato il modo di pensare l’aiuto allo sviluppo nei programmi di cooperazione internazionale. Rappresenta un modo per uscire dall’assistenzialismo puro e viene riconosciuto come uno strumento che stimola l’attività produttiva e la dignità delle persone. Si mette da parte la vecchia logica della donazione che molto spesso ha contribuito a mantenere le popolazioni “aiutate” in perversi meccanismi di dipendenza dagli aiuti. Per quanto non sia sufficiente mettere denaro nelle mani delle persone, perché si possa innescare un meccanismo di sviluppo, e per quanto sia uno strumento ancora da perfezionare e adattare ai vari contesti, è comunque innegabile il ruolo importante che il microcredito ha rappresentato e continua a rappresentare nella lotta alla povertà. Con la disponibilità di credito, fiorisce la prosperità e il progresso.

 

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